Ritiri d'estate

Aprire un giornale sportivo in estate significava due cose: calciomercato e amichevoli estive. Al netto dei grandi eventi riferibili ad altri sport.
Chiuso il calciomercato, si apriva la fase dei ritiri. Così riecheggiavano i nomi di
localitá che solo in occasione del giro d'Italia, forse, avevi sentito menzionare: Brunico, Folgaria, Pinzolo etc.
Chiedevi da bambino perché vanno in montagna? Con  più o meno approssimazione ti spiegavano: per ossigenare i muscoli, per migliorare le prestazioni aerobiche e così via.
A quel punto leggevi di ripetute, di corse, di scale; insomma una preparazione di fatica. Tra le poche immagini di quel tempo, rimangono in me scolpite quelle dei giocatori scalzi, sulla riva di un ruscello a rinfrescarsi. Potete immaginare per un ragazzo, che nello stesso momento viveva le torridi estati siciliane in cui i condizionatori in ogni casa non erano nemmeno frutto di fantasie, quale invidia suscitassero quelle istantanee.
Poi arrivavano le amichevoli estive. Giocavi esclusivamente  contro dilettanti: Juve 11 a 0: Inter 16 a 0 etc.
Iniziavi a sognare imprese, non comprendevi in pieno il valore di una grande giocata, dei risultati roboanti. Era tutto frutto di fantasie e di sogni.
Oggi, prima  la TV e poi internet hanno spento queste fantasie.
Così ti ritrovi travolto dalla frenesia, dalla velocità con cui tutto viene bruciato in fretta. Una volta si smetteva di giocare per infortuni di natura traumatica: Rocca, Liguori, lo stesso Riva non è più tornato ai livelli di prima. La scienza, l'ortopedia non avevano le conoscenze attuali. Gli infortuni muscolari erano meno diffusi, oggi conosciamo i quadricipiti, il muscolo gemello. Sappiamo di elongazioni, la differenza tra uno  strappo o uno stiramento. Tempi che cambiano. 
Lungi da me parlare di cause, ma leggere che la Juventus da tre anni effettua la preparazione a Torino tra il cemento, il caldo umido e lo smog. Che la stessa dopo 8 giorni, invece di incontrare il Casal Monferrato o il Pinerolo, sia costretta a partecipare a tournée in Asia o America per affrontare al primo impegno il Tottenham o il Manchester, quanto meno ti fa sorgere il dubbio, sempre da profano, che in nome di un business sempre più invasivo si stiano sacrificando quelle poche certezze e note romantiche che avevamo.
Così dopo tre giornate ti trovi infortuni muscolari, purtroppo non è il primo anno.
Lo show continui pure, io con il vostro permesso continuo malinconicamente a ricordare.

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