Buongiorno Italia


Buongiorno Italia
E finalmente il vento del cambiamento soffia su di noi, finalmente ci siamo liberati di una classe politica inefficiente, ladra e incollata alle poltrone.
Finalmente siamo liberi dal loro giogo. Mi sono svegliato in un paese in cui i disoccupati potranno avere il loro reddito di cittadinanza e i sessantenni, perché no anche i cinquantacinquenni, potranno andare in pensione senza quel cappio della legge Fornero.
Il regime è crollato, una classe dirigente che ha imposto metodi e mezzi. Un regime così forte da essere spazzato con due semplici soffi. Che orrendi questi regimi che in due libere consultazioni vengono travolti, se la storia avesse goduto di questi regimi forse l’umanità avrebbe meno morti sulla coscienza.
Sono libero e felice di poter stare in un paese in cui sceglierò a giorni alterni se l’Europa è conveniente o meno, se l’Euro è un affare o una disgrazia. Un poco come decidere se prendere l’ascensore o fare le scale in ufficio.
Lo sono perché Rousseau vigila su di noi, il grande vecchio interverrà per evitare le storture. La democrazia diretta, utopia o inganno, alla prova del nove è stata peggio: quasi distopica, un futuro in cui tutto è governato da un qualcosa di indefinibile che impone regole e criteri non scritti.
Benvenuti nel regno del vincolo del mandato, dove ogni libera coscienza dell’eletto non potrà mai mutare opinione su argomenti che la coscienza richiede.
È arrivata l’ora che certe riforme vengano bruciate, che la scuola non sia più tanto buona, che si tengano l’elemosina degli euro stanziati per l’edilizia scolastica, che si ficchino nel deretano la mancia dei 500 euro serviti a fare acquistare ai puri benpensanti beni di ogni genere, che i precari assunti per ovviare ad una vergogna italiana di tanti decenni possano finalmente godere di un algoritmo serio, che arrivi pure una Gelmini   a sistemare questa vergogna.
Che i dipendenti pubblici possano far cadere nell’oblio lady Madia, avere finalmente un contratto serio e godere di tutti i privilegi che Brunetta già da tempo predispone per tutti loro.
Questo è il paese che al tempo dei social era stato disegnato, che era stato predisposto in ogni minimo dettaglio.
Poi c’è la realtà la pura e dura realtà, quella con cui bisogna confrontarsi ogni giorno. La facile ironia deve lasciare lo spazio al confronto delle idee, dove i puri sono obbligati a scendere a patti, entrare nei giochi.
E così ecco sparire i principi, l’intransigenza, i rifiuti prossimi allo sgarbo all’inosservanza del galateo istituzionale.
Come Hugo, il personaggio di un’opera del filosofo Sartre “Le mani sporche”, ecco che arriva il momento in cui i puri devono scegliere se sporcarsi le mani o restare immacolati (sempre che lo siano realmente stati).
Non ho mai avuto grandi simpatie per i pentastellati, anzi non nascondo che ho solo avuto grandi antipatie, per Salvini ho sempre nutrito grande indifferenza, lo credevo un personaggio da percentuali bassissime. Mi sono sbagliato.
Mentre scrivo al PD continuano a litigare, quanto mai la sinistra non litiga in Italia?
Molti si chiedono le ragioni di una sconfitta, la banalizzazione dell’evento indica in Renzi il vero problema. Sicuramente l’uomo ha attirato su di sé molte antipatie, all’interno del partito e all’esterno, il politico ha metodi spiccioli e un ego spropositato, indispone gli avversari ma anche gli amici. Ritengo tuttavia che stia pagando colpe che vanno ben oltre quelle che merita. Trovare un Belzebù a cui addebitare le colpe è un altro vizio italico.
Renzi sta implodendo, da un lato i continui attacchi gli fanno perdere lucidità, dall’altro lui ce la mette tutta per non farsi amare dai suoi e all’esterno.
Si porta sul groppone alcuni peccati, che si stanno rivelando esiziali per la sua carriera politica: 1) la defenestrazione di Letta in modo poco ortodosso. Con un’azione del genere e le motivazioni addotte crei aspettative così grandi che poi hai difficoltà a mantenere; 2) non essersi circondato di figure forti, di spessore al tempo della costituzione del suo esecutivo, ma aver voluto solo fedelissimi, il famoso giglio magico. Questo fa parte del personaggio che non vuole gente che gli facciano ombra, non vuole vivere di luce riflessa. 3) Aver gestito male il dopo referendum, doveva fare un passo indietro e rientrare dopo un periodo di tempo.
Questo è Renzi prendere o lasciare. Non ci sono più dubbi deve lasciare.
Ciò detto, perché la sinistra perde? Sono tutte da addossare a Renzi le responsabilità. La risposta è ovvia: NO. Non potrà mai essere esaustiva la disamina che farò, ma ci provo.
Innanzitutto, la sinistra e i partiti tradizionali sono in calo ovunque, in caso contrario non si spiegherebbe l’insuccesso clamoroso di quelli che Renzi hanno abbandonato ritenendolo il male della sinistra: LeU si è fermato sotto il 4%. Per qualsiasi elettore di sinistra sarebbe stato facile punire il PD a favore di chi quei giochi e sistemi di prevaricazione avrebbe subito.
Vi è un altro motivo la sinistra come ideale, come l’avevamo conosciuta negli anni passati, non esiste più. È in forte crisi tra chi aspira a proteggere posizioni, diritti e situazioni che la società non è più in grado di garantire e i nuovi bisogni che non è in grado di intercettare.
Infine vi è l’avanzata del populismo spesso combinato con la sconfitta di chi si è assunto le responsabilità di governo e il fardello della crisi.
Su quest’onda lunga l’Inghilterra ha scelto la Brexit, l’America ha come presidente Trump, in Francia l’estrema destra ha raggiunto punte mai toccate, in Germania i neo nazisti sono entrati in parlamento, per non dire della Russia putiniana, di Orban in Ungheria, del polacco che ogni giorno minaccia diritti e dei risultati in Olanda, Austria per fare qualche esempio.
Questo è il vero problema, su questo non c’è Renzi che tenga: una calunnia sui social diventa una verità, le fake news dominano l’informazione. Vedo parlare sui social di politica gente che non ha alba di quello che dice, unica nota è distruggere tutto. Creare delle aspettative. Questo è il vero problema non Renzi.
Tutto perfetto, no anzi errori ce ne sono stati e anche tanti, ma questo per dire che non tutto era da buttare, ma che il vento del populismo, della protesta e della conoscenza superficiale sui social ha fatto la sua parte.
Salvini e i 5 stelle in Italia rappresentano proprio questo.
Cosa accadrà adesso? Mentre scrivo pare che in prima battuta la possibilità di formare un governo spetti a Di Maio, pertanto mi limito a questo.
Partendo dallo scenario che le dimissioni di Renzi siano vere e per me dovute, non sopporterei che i PD si prostri ai pentastellati, su questo Renzi ha ragione e probabilmente prima di mollare non vuole che questa fase sia gestita da chi invece è possibilista ad entrare in un governo Di Maio.
 Le due parti in gioco sono incompatibili per metodi, cultura ed educazione.  Innanzitutto il mantra dei 5 stelle è stato sempre: mai accordi, mai giochi politici. Aggiungendo spesso, elegantemente: con questi ladri
In secondo luogo a che condizioni si governa con questi dilettanti? Perché accreditarli nel salotto buono della politica? Hanno un programma di fumo, sogni e fantasia: irrealizzabile. Perché metterli nelle condizioni di poter dire non lo abbia potuto fare per colpa loro. Un poco quello che dice Berlusconi sulle cose mai fatte, addossando la colpa un poco alla Lega, a Fini o Casini.
Terzo ma non ultimo per importanza come saranno compatibili con la democrazia, i sistemi poco ortodossi di cui si servono i signori a 5 stelle? Non dimentichiamo che dipendono da società facenti capo a Grillo e Casaleggio che mischiano le carte e i mazzi a loro piacimento.
In definitiva, nonostante debba dimettersi credo che Renzi abbia ragione mai accordi con questi, le reazioni scomposte e le accuse contro di lui sono dovuti al fatto che lui ha, probabilmente, smascherato questo gioco.
Stavolta sto con lui, ma solo per pochi giorni. Chiusa questa fase faccia il senatore come promesso, se i 5 stelle o la Lega riescono si fanno il bel governo, altrimenti si torna al voto e un PD senza Renzi sono convinto recuperi automaticamente dai 5 agli 8 punti percentuali.
E se va male? Esperienze di altri paesi ci hanno dimostrato che anche senza governo si sopravvive, in Belgio sono rimasti senza per quasi due anni e in Germania di recente per due mesi abbondanti. Con la sola amministrazione, pazienza ce ne faremo una ragione.
E poi sapete che vi dico quasi quasi aspetto il mio reddito di cittadinanza e vi saluto grillinamente con un vaffa….

Commenti

  1. Condivido in pieno, soprattutto l'amarezza. E mi pongo una domanda: perchè? Ho sempre diffidato dalle spiegazioni fondate sull'ignoranza degli elettori. Oggi ho letto non so dove (Saviano?) che M5S e lega vengono votato perchè gli elettori si riconoscono in loro. Forse ci stiamo avvicinando al punto. Le classi dirigenti non dirigono più, il popolo non segue le elite; e viene meno uno dei raccordi che trasforma il suffragio universale in una democrazia liberale (e non in un regime plebiscitario). Mondi che non si parlano. Nell'autocritica che i partiti mainstream devono fare c'è soprattutto il non avere la capacità di ascoltare: primo presupposto per dare risposte, ammesso che ve ne siano. Purtroppo la pacchia è finita, nel mondo che (nel suo complesso) cresce qualcuno resta indietro e siamo noi, la prima a pagare è la sinistra che vince solo quando c'è da redistribuire.

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  2. http://stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/3303-e-stata-la-nostra-brexit-ora-tocca-a-di-maio-e-salvini
    lucida analisi di della vedova, in piena linea con quanto sostieni tu

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    1. Avevo letto dal tuo link su Twitter. Infatti come dice Della Vedova è l'ora che emergano le responsabilità. La definizione di conservatorismo reazionario la trovo perfetta

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