Renzi e il professore

Nella disputa tra SI e No, ieri sera come molti mi sono inchiodato davanti alla TV ad assistere al duello tra il premier e il professore Zagrebelsky.
L'esito dello stesso, come avevo previsto, è stato scontato: troppo spavaldo e baldanzoso Renzi, in alcuni passaggi e battute direi anche irrispettoso dell'interlocutore, troppo cattedratico e con ostentazione di sicumera il secondo.
Partita facile per il premier lui è abituato ad usare il mezzo televisivo, l'altro no.
Letta nel dettaglio la riforma costituzionale, ho sempre ritenuto come la stessa non sia una riforma perfetta, anzi. Tuttavia le perplessità di alcuni passaggi (composizione del Senato e funzioni, combinato con la legge elettorale) non escludono un mio SI deciso.
Dopo ieri sera ho avuto conferma come le mie sensazioni non siano errate. Qui non è in gioco la democrazia, come vogliono farci credere ma l'antipatia  verso questo governo.
Ieri mattina con un collega constatavamo come sia più corretto Salvini: voto NO per dare una spallata.
Il confronto non è stato quasi mai tra un un emerito costituzionalista e un leader politico.
Mi è sembrato di assistere ad un talk con due politici a confronto. E' questo il taglio che ha dato il professore da subito con il suo attacco al ministro Boschi e il riferimento ai gufi e ai capelloni.
Da Zagrebelsy mi sarei aspettato ben altro, non la sua discesa nel terreno della polemica e dell'ironia.
Ma anche nel merito delle contestazioni poca incisività. La temuta svolta autoritaria si è risolta con il timore di un governo stabile di 5 anni.
Pur di segnare un punto a favore ha lodato la stabilità garantita dalla DC per 50 anni, dovrò rivedere un poco di storia. 
La temuta mancanza o venir meno di garanzie e di accentramento di poteri non ha trovato conforto nel testo. Unico passaggio su cui ha puntato, con qualche ragione, la elezione del Presidente della Repubblica. Valida però l'obiezione di Renzi nemmeno l'attuale sistema di elezione è immune da vizi: se nel 1999 e nel 2006 Berlusconi fosse stato al Governo, i Presidenti sarebbero stati Urbani e Letta, altro che Ciampi e Napolitano.
Poi altre sviste clamorose: cosa ha votato per il referendum del 2001? Non ricordo, Lo abbiamo capito tutti. L'esempio del ponte sullo stretto per individuare materie trasferite allo Stato (il ponte è già di competenza statale).
E poi 45 minuti a parlare della legge elettorale. Legge che a me non piace. 
Ma tutti questi cervelli non l'hanno ancora capito che questo è scaltro come pochi? Si sta tenendo l'asso nella manica: la legge elettorale la cambia al 100%. Lo farà al momento opportuno, per sparigliare. Anche ieri altre aperture di modifiche: eliminare i capilista bloccati. Ma se la principale eccezione diventa l'Italicum, una volta che la cambia cosa diranno? 
Mi sbilancio: se dovessero vincere i SI, accadrà con il voto degli indecisi che si schiereranno quando cadrà la più grossa delle obiezioni. E questo Renzi lo sa. 
Mi fermo qui. Sentire Zagrebelsy è un piacere, le sue tesi di ieri un po' meno. Puoi essere bravo quanto vuoi ma se non hai argomenti.............

Commenti

  1. Bravo Francesco. Dal punto di vista degli assetti istituzional-politici analisi perfetta.
    Dal punto di vista strettamente giuridico ho tonnellate di perplessità sulla riforma.

    RispondiElimina
  2. Bravo Francesco. Dal punto di vista degli assetti istituzional-politici analisi perfetta.
    Dal punto di vista strettamente giuridico ho tonnellate di perplessità sulla riforma.

    RispondiElimina
  3. Ma certo Carlo, chi non ha perplessità. Ma sentire obiezioni come quelle di ieri su derive autoritarie per poi miseramente ripiegare, non sapendo indicare in quale parte della riforma queste si annidano, su affermazioni come: "la riforma della costituzione deve essere preceduta dalla riforma della politica....". Ecco siamo alle solite: i rivoluzionari da salotto ma conservatori nella sostanza. A meno che non siano loro e la loro "superiorità" intellettuale a guidare e scrivere le regole.

    RispondiElimina

Posta un commento