Cade in questi giorni il 75esimo compleanno di un ex presidente di una squadra di calcio. Figlio di un ortolano ha conosciuto la fame del dopoguerra. Insieme a lui in giovinezza vi era un suo amico: Ruben; Ruben non ha avuto la sua fortuna e la sua caparbietà. "Io ho stanato la fortuna" dice il presidente, Ruben no: é morto tragicamente in povertà. Nonostante sia diventato ricco e famoso come imprenditore nel mondo della ristorazione, non si è mai dimenticato del suo amico meno fortunato. L'anno scorso a Milano ha aperto un ristorante in cui i poveri possono rifocillarsi con un pasto al prezzo di un euro. Il ristorante si chiama semplicemente: Ruben. Il benefattore é Ernesto Pellegrini, un grande.
La seconda storia tipica della globalizzazione e dell'attrazione rinnovata dei nuovi Paperoni verso il calcio. Il tintinnio delle loro monete sull'universo pallonaro ha portato una ventatata di novità, come i successi sportivi di squadre con discreto blasone, che tuttavia non avevano mai raggiunto questi traguardi nella loro centenaria storia calcistica, mi riferisco ad esempio al Psg, al Manchester city e al Chelsea. In altri casi, invece, a dei veri bluff (Malaga, Anzhi e in parte il Monaco). Ma il comune denominatore è stata la prodigalità con cui si sono buttati nella nuova avventura questi nuovi mecenati.
Erick Thorir non appartiene sicuramente alla categoria, infatti nei suoi primi anni é stato molto parco nelle spese, atteggiamento peraltro apprezzato da più parti. Non va trascurato anche il buco di bilancio lasciato dal suo predecessore.
Tuttavia man mano che l'asiatico ha scoperto le carte, in verità ancora tutte da scoprire, l'operazione sta assumendo sempre più le caratteristiche di una di quelle definite di finanza creativa.
Manovre lecite, per carità, ma da maneggiare con cura, anche alla luce di quanto il mondo ha scoperto con quello che è accaduto con questi giochetti. La scintilla della crisi da cui fatichiamo ad uscire è partita da uno di questi strumenti: i mutui sub prime. La memoria è sempre importante.
Potrei provare a spiegare in mille modi cosa sta accadendo ai vertici dei nerazzurri, ammesso che ne sia capace, parlare del finanziamento della Goldman Sachs, dei dubbi sul rientro, dei prestiti concessi alla società a tassi elevati (una novità assoluta un presidente che presta i soldi????), del sospetto di drenaggio verso mete paradisiache, il fondo Merdeka (nomen omen) etc.
Troppe mine e dubbi su questo percorso, a prescindere dal buon risultato sportivo al momento in cui scrivo. A proposito un grosso merito e plauso per i risultati va al carisma e alla capacitá manageriali di Mancini. All'estero è proprio migliorato, un salto di qualità.
Tornando alla gestione Thorir, metto i link di due articoli: 1) Corriere della sera del maggio scorso; 2) blog dell' ottimo Marco Bellinazzo, quando si parla di finanza e sport, in cui spiega alla perfezione l'ultimo artificio sul marchio:
http://www.corriere.it/sport/15_maggio_27/hong-kong-cayman-selva-oscura-dell-inter-thohir-5f7ada02-0436-11e5-8b0b-0cc2990e0043.shtml
http://marcobellinazzo.blog.ilsole24ore.com/2015/11/12/linter-di-thohir-e-la-sostenibile-leggerezza-dei-debiti-ovvero-come-tramutare-un-rifinanziamento-in-un-giacimento-di-220-milioni-di-plusvalenze/
Insomma i comportamenti lasciano trasparire una spregiudicata operazione finanziaria, in cui non escludo magari una mirata speculazione, che magari dopo i primi successi sportivi porterà ad una cessione con ricca plusvalenza, non dimentichiamoci che ad oggi come flusso reale di denaro dalle tasche dell'indonesiano é arrivato ben poco. Tipico delle operazioni finanziarie del terzo millennio la creazione di valore senza apportare ricchezza. Piccoli avvisi ai naviganti: l'UEFA, per il fair play finanziario, guarda i conti reali non gli artifici contabili, in secondo luogo, visto quello che giá abbiamo provato non dimentichiamo che la bolla è sempre dietro l'angolo. Attenzione in quel caso non sarà la bollicina della Coca Cola immortalata da Vasco, quella magari aiuta a digerire, questa potrebbe rivelarsi troppo indigesta per i tifosi nerazzurri. Alla fine di questa sintesi, non esaustiva, io tifo Ernesto, per la sua filantropia e, perché no, anche per la nostalgia che provoca in me la sua Inter dei record e dei suoi panzer. Erano, ahime, anche gli anni della mia giovinezza.
La seconda storia tipica della globalizzazione e dell'attrazione rinnovata dei nuovi Paperoni verso il calcio. Il tintinnio delle loro monete sull'universo pallonaro ha portato una ventatata di novità, come i successi sportivi di squadre con discreto blasone, che tuttavia non avevano mai raggiunto questi traguardi nella loro centenaria storia calcistica, mi riferisco ad esempio al Psg, al Manchester city e al Chelsea. In altri casi, invece, a dei veri bluff (Malaga, Anzhi e in parte il Monaco). Ma il comune denominatore è stata la prodigalità con cui si sono buttati nella nuova avventura questi nuovi mecenati.
Erick Thorir non appartiene sicuramente alla categoria, infatti nei suoi primi anni é stato molto parco nelle spese, atteggiamento peraltro apprezzato da più parti. Non va trascurato anche il buco di bilancio lasciato dal suo predecessore.
Tuttavia man mano che l'asiatico ha scoperto le carte, in verità ancora tutte da scoprire, l'operazione sta assumendo sempre più le caratteristiche di una di quelle definite di finanza creativa.
Manovre lecite, per carità, ma da maneggiare con cura, anche alla luce di quanto il mondo ha scoperto con quello che è accaduto con questi giochetti. La scintilla della crisi da cui fatichiamo ad uscire è partita da uno di questi strumenti: i mutui sub prime. La memoria è sempre importante.
Potrei provare a spiegare in mille modi cosa sta accadendo ai vertici dei nerazzurri, ammesso che ne sia capace, parlare del finanziamento della Goldman Sachs, dei dubbi sul rientro, dei prestiti concessi alla società a tassi elevati (una novità assoluta un presidente che presta i soldi????), del sospetto di drenaggio verso mete paradisiache, il fondo Merdeka (nomen omen) etc.
Troppe mine e dubbi su questo percorso, a prescindere dal buon risultato sportivo al momento in cui scrivo. A proposito un grosso merito e plauso per i risultati va al carisma e alla capacitá manageriali di Mancini. All'estero è proprio migliorato, un salto di qualità.
Tornando alla gestione Thorir, metto i link di due articoli: 1) Corriere della sera del maggio scorso; 2) blog dell' ottimo Marco Bellinazzo, quando si parla di finanza e sport, in cui spiega alla perfezione l'ultimo artificio sul marchio:
http://www.corriere.it/sport/15_maggio_27/hong-kong-cayman-selva-oscura-dell-inter-thohir-5f7ada02-0436-11e5-8b0b-0cc2990e0043.shtml
http://marcobellinazzo.blog.ilsole24ore.com/2015/11/12/linter-di-thohir-e-la-sostenibile-leggerezza-dei-debiti-ovvero-come-tramutare-un-rifinanziamento-in-un-giacimento-di-220-milioni-di-plusvalenze/
Insomma i comportamenti lasciano trasparire una spregiudicata operazione finanziaria, in cui non escludo magari una mirata speculazione, che magari dopo i primi successi sportivi porterà ad una cessione con ricca plusvalenza, non dimentichiamoci che ad oggi come flusso reale di denaro dalle tasche dell'indonesiano é arrivato ben poco. Tipico delle operazioni finanziarie del terzo millennio la creazione di valore senza apportare ricchezza. Piccoli avvisi ai naviganti: l'UEFA, per il fair play finanziario, guarda i conti reali non gli artifici contabili, in secondo luogo, visto quello che giá abbiamo provato non dimentichiamo che la bolla è sempre dietro l'angolo. Attenzione in quel caso non sarà la bollicina della Coca Cola immortalata da Vasco, quella magari aiuta a digerire, questa potrebbe rivelarsi troppo indigesta per i tifosi nerazzurri. Alla fine di questa sintesi, non esaustiva, io tifo Ernesto, per la sua filantropia e, perché no, anche per la nostalgia che provoca in me la sua Inter dei record e dei suoi panzer. Erano, ahime, anche gli anni della mia giovinezza.
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